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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: I SECOLO
AREA: MAR MEDITERRANEO
parole chiave: Vesuvio, flotta Miseno
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Il felice esito dell’operazione delle quadriremi è suggerito da molteplici indizi. Innanzi tutto il ritorno alla base della squadra delle quadriremi va considerato certo, sia perché un ipotetico naufragio non avrebbe potuto essere ignorato da Tacito [66], né sarebbe passato totalmente sotto silenzio nei suoi scambi epistolari con Plinio il Giovane, e nemmeno sarebbe stato tralasciato dagli autori di certa letteratura apocalittica o apocalitticizzante [67].
D’altronde, anche la conoscenza di vari particolari di quanto avvenne a bordo della quadrireme ammiraglia nelle fasi iniziali e finali della sua navigazione è una prova evidente della sopravvivenza anche di questa unità navale, o perlomeno del suo equipaggio. In secondo luogo, lo scopo dell’operazione – ovvero la messa in sicurezza del maggior possibile numero di sfollati – risulta confermato dall’elevatissima percentuale di sopravvissuti a Pompei (meno di 2.000 deceduti su circa 20.000 abitanti) e ad Ercolano (circa 330 deceduti su 5.000 abitanti), così come dall’esiguo numero di vittime rimaste nei tre punti di raccolta. Per quanto concerne Stabia, che pur è stata presa in considerazione solo quale meta ulteriore, in quanto ai limiti della costa direttamente minacciata dall’eruzione, l’operazione navale non ha potuto essere completata solo per causa di forza maggiore.
La salvezza di Pomponiano e dei suoi è comunque implicitamente comprovata dal racconto di Plinio il Giovane, che descrive in dettaglio ciò che è avvenuto in quella casa e non accenna ad alcun epilogo tragico per l’amico di suo zio. Infine, il successo dell’operazione di soccorso appare convalidato da due epigrafi. Dalla prima è possibile desumere la comparsa a Napoli di un nuovo quartiere degli Ercolanesi (Regio Herculanensium), verosimilmente abitato dai profughi provenienti da Ercolano [68]. Sulla seconda epigrafe si parla invece del ritorno di Rectina.
Data la rarità di questo cognome, l’amica di Plinio risulta in effetti identificabile con Silvia Rectina, una facoltosa domina, appartenente alla gens Salvia, con possedimenti terrieri fra Sannio ed Apulia [69]. A Morrone del Sannio è stata rinvenuta un’ara votiva con questa eloquente iscrizione: “Gaio Salvio Eutico sciolse il voto ai Lari della casa per il ritorno della nostra Rectina” [70].
Conclusione
L’intervento delle quadriremi condotte da Plinio il Vecchio fu, a tutti gli effetti, una vera e propria operazione navale di soccorso e, come tale, fu caratterizzata dalla necessità di fronteggiare un’emergenza improvvisa, attribuendo la massima priorità al salvataggio di persone in imminente pericolo di vita e accettando pertanto un livello di rischio più elevato di quello abituale. Di fronte all’improvvisa emergenza provocata da un fenomeno mai visto, Plinio ha immediatamente adottato una linea d’azione nuova ed appropriata. Sotto la direzione carismatica del loro ammiraglio, gli equipaggi hanno navigato risolutamente e professionalmente verso un pericolo sconosciuto e terrificante. I classiari hanno operato eroicamente per strappare al Vesuvio quelli che si trovavano sotto la minaccia dell’eruzione, e ne hanno salvati un gran numero.
I soccorritori hanno potuto adattare le loro azioni ai pericoli che potevano percepire o sospettare, fino all’arrivo delle inimmaginabili nubi ardenti. Con questa operazione di soccorso estremamente rischiosa, condotta con intrepido coraggio nel contesto di un cataclisma colossale provocato dalla più potente e distruttiva delle eruzioni vesuviane avvenute in epoca storica, Plinio non ha solo fornito il primo esempio di intervento di una forza navale per finalità di protezione civile, ma ha anche scritto una delle pagine più luminose della storia navale e marittima dell’umanità.
Domenico Carro
questo breve saggio illustra sinteticamente alcuni dei punti salienti relativi alla ricerca effettuata dall’autore sull’operazione navale pliniana del 79, storicamente ricostruita e documentata in modo particolareggiato nel volume Quadriremi vs. Vesuvio pubblicato da L’Erma di Bretschneider (Roma – Bristol, 2021; 152 pagine) per la Collana Studia Archaeologica
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Note
[66] Ad esempio egli aveva riportato il naufragio di alcune unità della flotta Misenense che, 15 anni prima, erano state investite dalla tempesta mentre stavano per rientrare alla base (Tac. ann. 15, 46).
[67] Carro 2021, pp. 98-99.
[68] CIL 10, 1492.
[69] Carro 2021, pp. 65-66 e 101-102.
[70] CIL 9, 725.
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ammiraglio di divisione della Riserva della Marina Militare Italiana, dal momento del suo ritiro dal servizio attivo, assecondando la propria natura di appassionato cultore della Civiltà Romana, ha potuto dedicarsi interamente all’approfondimento dei suoi studi storiografici, nell’ambito dei quali ha pubblicato numerosi libri e saggi, creato l’interessantissimo sito ROMA AETERNA ed il foro di discussione FORVM ROMAETERNA (2001-2013), poi sostituito dall’istituzione di pagine estratte da “Roma Aeterna” nelle maggiori reti sociali, quali Linkedin, Facebook, Twitter, Youtube, Flickr, etc. Non ultimo, l’ammiraglio Carro è relatore in importanti convegni, nazionali ed internazionali sui temi della storiografia romana e della salvaguardia della cultura marittima.
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