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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO
parole chiave: USS Samuel Roberts, Battaglia di Leyte
C’era una volta un cacciatorpediniere di scorta che dimostrò di combattere come una corazzata. Sembra l’incipit di una favola bizzarra ma in realtà è una delle tante storie del mare che ci parlano di storia ma anche di uomini. Oggi raccontiamo la storia del USS Samuel Roberts, una delle unità navali statunitensi affondata nella battaglia al largo di Samar contro una flotta giapponese numericamente superiore.
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l’USS Samuel Roberts
Sam B. come veniva chiamata, faceva parte della Task Unit 77.4.3, nicknamed “Taffy 3”, comprendente portaerei leggere e cacciatorpediniere di scorta che si trovò ad affrontare una task force giapponese di ben 23 navi al comando del Vice Admiral Takeo Kurita al largo dell’isola di Samar, durante la battaglia del Golfo di Leyte dell’ottobre 1944. Sebbene la situazione delle forze in campo fosse sbilanciata, il comandante, il capitano di corvetta Robert W. Copeland, si lanciò con la nave in mezzo alle unità nemiche, cercando di nascondere la sua presenza con una cortina di fumo. L’USS Samuel Roberts si avvicinò così tanto al Chōkai che i cannoni nemici non potevano abbassarsi abbastanza da colpirla e, quando si trovò a portata di siluri, lanciò tre siluri Mark 15 che non andarono però a segno. Nell’azione ravvicinata che durò circa un’ora sparò 600 colpi con il suo cannone da 5 pollici (127 mm) colpendo la sovrastruttura di Chōkai con i suoi cannoni antiaerei da 40 mm e 20 mm.
Nonostante fosse stato colpito più volte, continuò a sparare con il suo ultimo cannone contro il ponte dell’incrociatore pesante Chikuma, distruggendo la torretta del cannone numero tre. Dopo essere stato colpito sul lato sinistro della sala macchine di poppa dalla corazzata Kongō, si aprì una feritoia lunga 12 m e larga 3 m, e il Roberts incominciò ad imbarcare acqua. Ormai compromesso, alle 09:35 del 25 ottobre 1944, fu dato l’ordine di abbandonare la nave che affondò, 30 minuti dopo, con 89 dei 224 membri dell’equipaggio lasciando una pagina eroica nella Marina americana.
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credit Caladan Oceanic
Ma questa coraggiosa nave non fu dimenticata. II 22 giugno 2022 Victor Vescovo, un ufficiale in congedo della marina americana che ha già completato spedizioni nei punti più profondi del mondo (tra cui la fossa delle Marianne) e lo specialista sonar Jeremie Morizet hanno individuato a bordo del mini sommergibile Limiting factor i resti del relitto ad una profondità di 6.895 metri, nel Mar delle Filippine, oltre quattro miglia di profondità, spezzato a metà su un pendio roccioso.
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L’ispezione effettuata con il DSV ha permesso di filmare e fotografare i resti dell’unità navale che ancora mostrano le ferite subite durante il combattimento.
Una testimonianza che ha colpito Vescovo che, durante un’intervista alla CNN ha affermato che l’USS Samuel Roberts aveva “combattuto ferocemente anche se è stata completamente surclassata dalle corazzate giapponesi e dagli incrociatori pesanti contro cui si è scontrata” ed ha aggiunto che “L’eroismo del suo capitano e dell’equipaggio è leggendario nella Marina statunitense ed è stato un grande onore trovare la sua ultima dimora. Penso che aiuti a chiudere la storia della nave per le famiglie di coloro che sono caduti in mare e per quelli che vi hanno prestato servizio.”.
In otto giorni Vescovo, la società di esplorazione Caladan Oceanic, e un team di EYOS Expeditions hanno effettuato ben sei immersioni alla ricerca della nave nonché della Gambier Bay, l’unica portaerei della US Navy affondata esclusivamente da colpi di arma da fuoco navali di superficie durante la seconda guerra mondiale. I record precedenti che indicavano la posizione delle navi erano imprecisi, ma il team è stato aiutato da un sistema sidescan costruito su misura, oltre che da ricerche storiche pregresse approfondite.
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credit Caladan Oceanic
Inizialmente tra i detriti sul fondo è stato individuato un lanciasiluri a tre tubi, un sistema che era imbarcato solo sul Sammy B. essendo l’unica delle navi americane affondate in quell’occasione ad averlo in dotazione. Poi, l’ultimo giorno, il relitto è stato localizzato. Le ricerche sulla USS Gambier Bay non hanno avuto ancora esito positivo.
Kelvin Murray, Expedition Leader e Director of Expedition Operations & Undersea Projects per EYOS ha dichiarato: “Come sempre, c’è stato uno sforzo incredibile e dedicato da parte dell’intero team: l’equipaggio della nave, il sotto team, gli storici e altri specialisti. Utilizzando una combinazione di lavoro investigativo e tecnologia innovativa, tutti si sono uniti per rivelare l’ultima dimora di questa tenace nave.”
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credit Caladan Oceanic
L’USS Samuel Roberts è attualmente il relitto più profondo scoperto ma questo suo record potrebbe presto cadere. Il nuovo sonar a scansione laterale Deep Ocean Search è stato testato fino a 11.000 metri, per cui potrebbero essere ritrovate negli abissi degli oceani navi scomparse di cui, forse, non abbiamo memoria.
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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