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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XIX – XXI SECOLO
AREA:DIDATTICA
parole chiave: Colombia
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Finalmente nel 1895 le forze navali colombiane rinacquero ancora una volta, raccogliendo tutte le unità disperse fra le varie amministrazioni. Presto cominciarono gli attriti con gli Stati Uniti per il controllo del costruendo canale di Panama; nel 1903 essi fomentarono una rivolta che si concluse con l’indipendenza della repubblica di Panama e la conseguente separazione di quella provincia dalla Colombia. Ad ogni modo la Marina non era in grado di far sentire una sua significativa presenza e, tanto meno, quando dietro ai secessionisti c’erano gli Stati Uniti.
A Panama si trovava una piccola forza navale composta dalle cannoniere Cuaca, Panama, Chucuito e dai piroscafi armati Lautaro, 21 de Noviembre e Medellin. Non vi fu alcuna reazione allo sbarco dei marines dalla cannoniera Nashville e le operazioni contro i ribelli portarono all’affondamento del Lautaro, un vecchio trasporto che aveva servito in Cile e in Perù; altre navi furono catturate o danneggiate e alla fine le unità superstiti non poterono fare altro che arrendersi venendo in gran parte cedute alla nascente e modestissima marina panamense.
Dopo il 1900, la flotta colombiana arrivò ad essere teoricamente composta da una notevole quantità di navi, ma in realtà era un’accozzaglia di unità dei più svariati tipi e provenienze che durante le insurrezioni cambiavano di mano, erano mal comandate e malandate, come dimostrano i frequenti affondamenti in navigazione o nel corso di esercitazioni.
Nel 1914 le principali unità erano l’incrociatore torpediniere Almirante Lezo, da 1220 tonnellate le cannoniere Pinzon, Bolivar e Bogotà e due cannoniere fluviali.
Sull’incrociatore merita di essere spesa qualche parola. Fu costruito nel 1892 dai cantieri Orlando di Livorno per il Marocco, che allora era uno stato indipendente, con il nome di El Bashir. Era una buona nave, definita elegante e armata con un cannone da 120, 5 da 102, 6 da 37 e 4 tubi lanciasiluri. Fu acquistato a inizio ‘900 mentre il Marocco era travagliato una serie di crisi internazionali divenendo nel 1912 protettorato francese.
Nel febbraio 1933 scoppiò un’altra guerra contro il Perù che iniziò con il bombardamento aereo della nave colombiana Cordoba, un dragamine tedesco che, assieme al gemello Bogotà, era stato acquistato nel 1932 che fu colpito da una bomba che però non scoppiò. Altrettanto fortunata fu la cannoniera fluviale Barranquilla che urtò contro una mina che però non produsse gravi danni. La guerra navale si trascinò con stanchezza e fu soprattutto caratterizzata da attacchi aerei alle unità dei due schieramenti che tuttavia risultarono di scarso effetto perché entrambe le nazioni disponevano di un’aviazione quantitativamente e qualitativamente limitata, ma anche questa volta, come più di un secolo prima, la Colombia non colse alcun successo sia per la disparità delle forze in campo che per l’aggressività peruviana che, con due cacciatorpediniere, attraversò il canale di Panama portando la guerra navale anche sul versante Atlantico colombiano che dovette essere frettolosamente protetto con batterie terrestri e una base aerea, mentre l’incrociatore peruviano Coronel Bolognesi e due sommergibili paralizzarono il traffico navale nel Pacifico.
Una risposta sarebbero stati i due caccia Antioquia e Caldas acquistati in Portogallo: erano unità moderne e ben armate e avrebbero ristabilito l’equilibrio con le navi peruviane, numerose ma tutte di vecchia costruzione che, tuttavia, poterono giungere a Cartagena a operazioni belliche ormai concluse.
Durante al seconda guerra mondiale la Colombia, con parte della popolazione favorevole all’Asse, rimase neutrale e solo all’inizio del 1945 dichiarò guerra alla Germania.
Ad ogni modo, come accadde in Venezuela, la neutralità non fu sufficiente per difendersi dai sommergibili tedeschi che affondarono diverse navi colombiane in quanto svolgevano traffico a favore degli Stati Uniti. Il 29 marzo 1944 il cacciatorpediniere Caldas, di scorta alla petroliera Cabinas sulla rotta Cartegna-Panama avvistò il periscopio del sommergibile U154 e lo attaccò prima con il cannone e poi con bombe di profondità: la petroliera fu salva, ma il sommergibile, benché danneggiato, riuscì a sfuggire.
Non diciamo nulla di nuovo affermando che nel dopoguerra anche la marina colombiana fu principalmente equipaggiata dagli Stati Uniti. Benché i due vecchi caccia classe Anqtioquia siano restati in servizio fino a fine anni ’60 , il nerbo della flotta era costituito dai tre caccia di scorta tipo River, Almirante Padilla, Capitan Tono e Almirante Brion che si alternarono in Estremo Oriente durante la guerra di Corea a fianco delle altre forze alleate. Assieme a questi furono poi ceduti tre caccia delle classi Fletcher e Summer, trasporti veloci APD e varie unità ausiliarie, ma il governo cominciò a diversificare le forniture navali a partire dai grandi cacciatorpediniere 20 de julio e 6 de agosto da 3300 tonnellate e armati con sei cannoni da 120 costruiti in Svezia nel 1958; ci si rivolse anche al mercato tedesco mentre l’arsenale di Cartagena cominciò a costruire molte serie di motovedette e navi pattuglia.
La Marina colombiana odierna
La Armada de la Republica de Colombia oggi comprende quasi 35000 uomini, con una forte componente di fanteria di marina, suddivisi fra i suoi tre teatri operativi: Atlantico, Pacifico e Amazzonia. Esiste anche un Comando especifico nell’arcipelago di Sant’Andrès, situato nell’Atlantico a est del Nicaragua e molto lontano dalla Colombia continentale la cui popolazione, nel 1903, rifiutò l’annessione a Panama.
Non vi sono grandi navi: la flotta “oceanica” della Colombia si basa oggi sulle quattro fregate missilistiche classe Almirante Padilla da 2100 tonnellate, costruite in Germania negli anni ’80, integrate delle due corvette antisommergibili ex coreane Barinho e Tono e da due sommergibili tipo 209 (Pijao e Tayrona). Queste navi sono intervenute assieme alle forze internazionali collaborando alle operazioni antipirateria al largo del Corno d’Africa.
Sono poi molto numerosi i pattugliatori e le motovedette di ogni tipo e dimensione; si tratta di circa ottanta unità di cui la metà è destinata sui fiumi interni lungo i quali forniscono un efficace supporto alle operazioni anfibie e ai colpi di mano dell’esercito: si tratta di un complesso di unità di seconda linea molto importante e altamente operativo in quanto il principale impegno della marina è oggi la durissima lotta ai narcotrafficanti che operano con mezzi sofisticati in tutto il paese sia lungo le coste, da dove parte la droga per gli Stati Uniti, sia lungo le valli fluviali dove si trovano le coltivazioni.
Guglielmo Evangelista
in anteprima, consegna della corvetta missilistica ex-sudcoreana Almirante Tono alla marina colombiana – foto fornite dall’autore
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nasce a Broni (PV) nel 1951. Laureato in giurisprudenza è stato ufficiale delle Capitanerie di Porto e successivamente funzionario di un Ente Pubblico. Ha al suo attivo nove libri fra cui “Storia delle Capitanerie di porto” , “Duemila anni di navigazione padana” e “Le ancore e la tiara – La Marina Pontificia fra Restaurazione e Risorgimento” ed oltre 400 articoli che riguardano storia, economia e trasporti. Collabora con numerosi periodici specializzati fra cui la Rivista Marittima”.
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