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livello elementare.
ARGOMENTO: STORIA
PERIODO: XX SECOLO
AREA: GROENLANDIA
parole chiave: Camp Century, guerra fredda, Stati Uniti, Unione Sovietica, missili nucleari, Groenlandia, Danimarca
La declassifica di documenti militari del secolo scorso sta permettendo di fare luce su alcune pagine della nostra storia altrimenti sconosciute.
Negli anni ’60, in piena guerra fredda, furono sviluppati progetti al limite del possibile; oggi raccontiamo il progetto Iceworm, che si sarebbe dovuto realizzare a Camp Century, in Groenlandia. In quegli anni l’esercito degli Stati Uniti intraprese una missione segreta per costruire una serie di siti di lancio di missili nucleari mobili da collocare sotto la calotta glaciale della Groenlandia in grado di colpire, in caso di attacco da parte dell’URSS, obiettivi strategici all’interno dell’Unione Sovietica.
Il programma fu denominato in codice Project Iceworm, e fu preceduto da uno studio di fattibilità chiamato “Camp Century“. Un progetto così segreto che anche quando fu abortito per ragioni geologiche fu sepolto come le sue infrastrutture sotto la “neve”, e probabilmente lo sarebbe stato ancora per molti anni se, nel gennaio 1995, durante un’inchiesta del Danish Foreign Policy Institute (DUPI) sull’uso e lo stoccaggio di armi nucleari in Groenlandia non fosse emerso un documento da poco declassificato che descriveva nei particolari lo studio di fattibilità di un progetto, denominato Camp Century, relativo ad un sistema di tunnel sotto i ghiacci della Groenlandia per schierare segretamente 600 missili nucleari.
Elevazione superficiale A [Howat et al., 2014] e (B) velocità di superficie dei ghiacci [Joughin et al., 2010] nelle vicinanze di Camp Century (“C”). Thule Air Base (“T”), Qaanaaq (“Q”) e la pista da over-snow (linea nera) mostrata per il contesto. Il confine grigio indica il bacino di Gris 8.2 [Andersen et al., 2015]. La barra dei colori della velocità è logaritmica. In C il portale nord-est fino al campo di campo durante la costruzione nel 1959 e nel 1964 in D; foto del governo degli Stati Uniti – Inserto: la posizione di Camp Century nella Groenlandia nord-occidentale. Surface elevation [Howat et al., 2014] and (b) surface velocity… | Download Scientific Diagram (researchgate.net)
La struttura sarebbe stata collocata nella Groenlandia nordoccidentale, a 150 miglia dalla Base aerea statunitense di Thule che era attiva sin dal 1951. Secondo un rapporto dell’esercito statunitense del 1960 intitolato “Valore strategico della calotta glaciale della Groenlandia”, reso noto dalla Danimarca nel 1997, se fosse stato attuato in toto, avrebbe coperto un’area di 52.000 miglia quadrate, ospitando piattaforme di lancio mobili sotto il ghiaccio distanziate 4 miglia l’una dall’altra.
Qualora Century avesse avuto successo, la struttura si sarebbe espansa con nuovi tunnel per creare, dopo cinque anni, “migliaia” basi di lancio per ospitare circa seicento missili. L’ipotesi prevedeva l’impiego di una versione ridotta a due stadi del missile Minuteman dell’aeronautica americana, che l’esercito americano aveva proposto di chiamare Iceman.
Schema della base Camp Century – Fonte Technical report 174 (PDF), fig. 26, p. 34 (in the public domain) Camp Century Evolution of Concept and History of Design Construction and Performance, U.S. Army Materiel Command, estratto da https://archive.org/details/TheU.S.ArmysTopSecretArcticCityUnderTheIceCampCenturyRestoredClassifiedFilm – Autore Zygerth Camp Century layout color.png – Wikimedia Commons
Per mantenere la funzione della struttura, in caso di risposta nucleare, le posizioni dei missili avrebbero dovuto essere periodicamente cambiate, spostandole lungo i tunnel sotterranei. Sebbene il progetto Iceworm fosse segreto, i piani per l’installazione di Camp Century furono approvati dalla Danimarca, comprese le infrastrutture di supporto che includevano una mini centrale nucleare.
Lo “scopo ufficiale” di Camp Century era quello di testare varie tecniche di costruzione sotterranee in un ambiente ostile come quello dei ghiacci della Groenlandia. Un’opera faraonica in cui furono realizzati 21 tunnel, ricavati da trincee coperte con tetti ad arco che contenevano edifici prefabbricati, per una lunghezza totale di 3.000 metri.
Costruzione della trincea di Camp Century nel 1960 – Fonte Evoluzione del concetto e storia del progetto: costruzione e prestazioni, Relazione tecnica 174 (PDF), fig. 14, pag. 15 – Data di pubblicazione 1965 – Autore U.S. Army Corps of Engineers, Cold Regions Research and Engineering Laboratory Camp Century trench construction.png – Wikimedia Commons
All’interno dei predetti fabbricati furono realizzati gli alloggi (per 200 persone), un ospedale, centri ricreativi, negozi ed una chiesa. Dal 1960 al 1963, l’alimentazione elettrica era fornita dal primo reattore nucleare mobile/portatile al mondo, denominato PM-2A e progettato da Alco per l’esercito degli Stati Uniti che venne utilizzato con successo per tutti i tre anni del progetto. L’acqua veniva fornita dallo scioglimento del ghiaccio sottostante prelevato attraverso dei pozzi profondi.
Nei tre anni di sperimentazione, emerse che la struttura era però significativamente instabile. I campioni di carote di ghiaccio prelevati dai geologi che lavoravano a Camp Century dimostrarono che il ghiacciaio sottostante si stava muovendo molto più velocemente del previsto e avrebbe presto distrutto le strutture sotterranee. Impensabile quindi la costruzione della vasta rete di tunnel necessaria per Iceworm.
Sistema di perforazione termico a Camp Century, Groenlandia, usato per perforare la calotta di ghiaccio – autore ricercatore del CRREL Camp Century Drill-CRREL.jpg – Wikimedia Commons
La sperimentazione geologica
Al di là delle sperimentazioni relative al progetto, furono condotti numerosi studi paralleli. Tra gli scienziati vi erano il dottor Robert W. Gerdel, un fisico e ingegnere che aveva fondato il Central Sierra Snow Laboratory (CSSL) a Norden, in California, nel 1946 e B. Lyle Hansen, un fisico capo ricercatore ambientale a Camp Century. Gerdel svolse un ruolo importante sulle tecnologie di stabilizzazione dei tunnel, gli atterraggi sperimentali di aerei su ghiaccio e neve, e sulla fisica della neve. Hansen sviluppò un sistema di radiometri per rilevare crepacci nella calotta glaciale e progettò il primo trapano termico con una testa cava riscaldata elettricamente per dimostrare la fattibilità del recupero di campioni dal profondo della calotta glaciale. Contando ogni strato dei carotaggi e grazie alla datazione delle bolle di aria antica intrappolate nel ghiaccio, gli scienziati furono in grado di comprendere i cicli di cambiamento climatico precedenti, un enorme balzo in avanti nel campo delle scienze del clima e della terra.
Dopo pochi anni dalle prime perforazioni a Camp Century, gli scienziati erano riusciti a perforare i ghiacci fino alla profondità di quasi due miglia, praticamente fino alla sua interfaccia rocciosa, rimuovendo campioni di ghiaccio contenenti 110.000 anni di dati climatici. Dalla loro analisi scoprirono che i climi del passato erano stati estremamente variabili, a causa sia dei cambiamenti nell’inclinazione dell’asse terrestre, sia delle oscillazioni orbitali. Furono scoperte tracce dei grandi migrazioni delle calotte glaciali e di improvvise inversioni nella circolazione oceanica. Va riconosciuto che gran parte di ciò che oggi sappiamo sul clima è dovuto al duro lavoro condotto dagli scienziati di Camp Century, inviati in supporto a quel bizzarro progetto.
Foto aerea dei lavori al PM-2A Nuclear Power Plant di Camp Century – Fonte e autore US ArmyPM2Anuclearpowerplant.jpg – Wikimedia Commons
La fine del progetto
La struttura sperimentale fu evacuata nel 1965, e il generatore nucleare, che era stato utilizzato anche per effettuare numerosi esperimenti scientifici tra cui lo studio per l’infragilimento dell’acciaio al carbonio, un processo chimico-fisico che interessa diverse tipologie di metalli, in particolare quelli ad alta resistenza, rendendoli i soggetti a fratture. Camp Century fu chiuso nel 1963-1964 e, quando fu definitivamente smantellato nel 1967, le sue infrastrutture e i suoi rifiuti furono abbandonati in loco, supponendo che sarebbero stati sepolti per sempre dalle nevicate perpetue.
Nel 2016, un gruppo di scienziati danesi ha effettuato una valutazione dell’impatto ambientale ed ha stimato che, a causa dei cambiamenti climatici, nei prossimi decenni l’acqua di fusione dei ghiacciai potrebbe rilasciare materiali contaminanti, da scorie nucleari a idrocarburi nei prossimi 75 anni. La maggior parte dei rifiuti solidi è sepolta a una profondità approssimativa di 36 m. Una valutazione più recente, effettuata nel 2021, mostra che l’acqua di disgelo non potrà mai raggiungere la ex base, non potendo penetrare più di 1,1 metri perché la quantità di neve annuale stimata continuerà a compensare lo scioglimento annuale. I governi danese e della Groenlandia hanno istituito un programma di monitoraggio del clima nel 2017 per monitorare i resti di Camp Century che, secondo l’ultimo rapporto, si è spostato dal 1959 circa 230 metri più a ovest-sud-ovest rispetto alla posizione originale.
Un progetto fantasioso, uno dei tanti di quei folli anni, ormai sepolto per sempre tra i ghiacci della Groenlandia.
Andrea Mucedola
(PDF) Firn Evolution at Camp Century, Greenland: 1966–2100 (researchgate.net)
https://www.livescience.com/declassified-military-secrets
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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