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livello elementare.
ARGOMENTO: EMERGENZE
PERIODO: III MILLENNIO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: acqua
Quale sarà la causa di rottura degli equilibri globali in un prossimo futuro? La competizione tra le grandi superpotenze, la lotta per le fonti energetiche o fra differenti civiltà? Probabilmente nessuna delle tre … o meglio, quelle potrebbero essere solo scuse per giustificare la mancanza ormai globale di acqua.
Una crisi silenziosa che è già in atto e sta spingendo masse sempre maggiori di disperati verso nuove aree di sopravvivenza. Quello che va compreso è che ci troviamo di fronte ad un emergenza sociale e economica che non risparmia nessuno. La siccità è alle porte dell’Europa e l’Italia è già in sofferenza. La cosa che colpisce a livello nazionale è l’assenza di informazione sull’argomento e di progetti per costruire nuovi invasi di raccolta delle acque che, in un Paese come l’Italia, soggetto ad alluvioni periodiche, potrebbero razionalizzare l’utilizzo delle acque. E’ necessario quindi sensibilizzare il problema del consumo dell’acqua (per ridurre gli sprechi) ed attuare nel contempo un Piano straordinario di emergenza, in concerto con tutti gli attori, senza perdere più tempo.
Cosa avviene a livello mondiale
Nel 2015, le Nazioni Unite avevano lanciato un grido di allarme per contrastare la crisi idrica mondiale, ponendola come il sesto dei 17 obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (Sustainable Development Goals – SDG) 1 al fine di “garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari per tutti”.
Zone di maggiore siccità (toni di rosso) World Resources Institute
Qualche numero: nel 2020, in tutto il mondo, circa due miliardi di persone non avevano accesso ad acqua potabile ovvero circa il 25% degli abitanti del pianeta. Non si tratta solo della necessità di bere … l’acqua è fondamentale per la nostra vita in quanto essenziale per tutti i servizi; l’assenza di acqua comporta mancanza di igiene e, quindi, un aumento di quelle malattie che, nel mondo occidentale, abbiamo per fortuna dimenticato. Sempre nel 2020 circa 1,7 miliardi non disponevano di servizi igienici di base e ogni anno 2 più di 800.000 persone muoiono di diarrea a causa di malattie causate dall’uso di acqua non potabile.
Le aree interessate sono ovviamente per lo più nel terzo mondo, in Paesi interessati da povertà cronica, corruzione e neo colonialismo da parte di grandi potenze industriali (come la Cina), desiderose di ricercare nuovi equilibri mondiali.
Nell’ottobre 2022, le Nazioni Unite hanno pubblicato i risultati di una consultazione con rappresentanti del governo e comunità di specialisti di cui circa il 12% proveniva dei settori dell’istruzione, della scienza e della tecnologia. Il rapporto ha riassunto diversi punti che saranno discussi alla riunione di marzo 2023 quando i leader mondiali si riuniranno a New York per la Conferenza sull’acqua delle Nazioni Unite del 2023, il primo evento inerente questo problema da oltre 50 anni.
I delegati nazionali che parteciperanno alla conferenza analizzeranno il problema sia da un punto di vista delle fonti disponibili che delle tecnologie idriche, per comprendere le necessità delle riserve d’acqua necessarie per il consumo individuale (per qualsiasi necessità) ma anche per le esigenze della produzione energetica.
È opinione comune che i prerequisiti per affrontare la crisi idrica dovranno necessariamente includere il consolidamento di ciò che è stato globalmente raccolto, anche se talvolta in maniera dispersiva, in questi ultimi anni. Nature, in un recente articolo 3, ha lanciato l’uscita di Nature Water, una nuova rivista che “fornirà uno spazio a tutti i ricercatori, compresi quelli delle scienze naturali e sociali e dell’ingegneria, per contribuire collettivamente con le loro conoscenze, intuizioni e risultati del loro apprendimento, in modo che il mondo sia su una strada più equa e sostenibile” 4.
Questa rivista, intesa ad essere un forum aperto a tutti, potrà fornire idee e esperienze che saranno di ausilio per determinare programmi più efficaci che considerino le posizioni dei Paesi a basso e medio reddito che hanno più volte sottolineato la necessità di dare priorità ai finanziamenti. Non si tratta di cifre di poco conto. Il governo sudafricano ha affermato che il costo annuale, per raggiungere gli obiettivi idrici e igienico-sanitari previsti dal SDG, è stato stimato tra il 2,3% e il 2,7% del prodotto interno lordo del Paese (ovvero tra i 7 a 7,6 miliardi di dollari all’anno). Tra i tanti contributi che perverranno sui tavoli della riunione internazionale, va menzionato quello del Global Commission on the Economics of Water (GCEW) 5, un’iniziativa del governo dei Paesi Bassi nata nel maggio 2022 e supportata dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) con lo scopo di ridefinire il “modo” in cui l’acqua viene gestita per il bene comune.
punti identificati dal Global Commission on the Economics of Water (GCEW)
Lo scopo della Commissione è dare un contributo significativo allo sforzo globale per stimolare il cambiamento nel modo in cui le società governano, utilizzano e valorizzano le fonti acquifere, ponendo un forte accento su valori come l’equità, giustizia, efficacia e democrazia. Le prime risultanze saranno quindi presentate il 22 marzo alla Conferenza sull’acqua delle Nazioni Unite del 2023 e con la proposta di un “Patto di impegni volontari” allo scopo di proporre che la cooperazione internazionale per l’acqua e i servizi igienico-sanitari diventi finalmente una priorità. Va compreso che non è solo un problema umanitario. Stiamo vivendo nel III millennio un’epoca di accresciute tensioni geopolitiche che interessano Paesi ad alto impatto demografico in cui le relazioni per la condivisione delle fonti d’acqua stanno fortemente peggiorando. L’Egitto è formalmente in disputa con l’Etiopia sui progetti di costruzione di dighe sul fiume Nilo; lo stesso vale per l’India e il Pakistan nel bacino del fiume Indo.
la scarsità d’acqua sta diventando cronica in molte aree del mondo photo credit andrea mucedola
Sebbene la siccità stia aumentando in molte aree del pianeta, è ancora più grave in aree in cui la corsa demografica è fortemente in salita. I delegati che si riuniranno a New York dovranno considerare che lo scoglio maggiore da superare sarà quello politico.
Paesi terzi, interessati ad approvvigionare nuove risorse in altri Paesi, stanno sfruttando l’emergenza idrica, favorita dai cambiamenti climatici, per poter spingere grandi masse di individui verso i Paesi più industrializzati, andando a minarne la stabilità economica e politica. Un gioco sporco che creerà nuove geografie che, se raffrontate alle crisi attuali, saranno ancora più sconvolgenti per il futuro del pianeta.
un rischio che tocca anche l’Italia, da anni in attesa della costruzione di invasi per raccogliere le acque – photo credit andrea mucedola
Un problema non trascurabile perché non si limiterà alle sempre più scarse riserve idriche nei continenti ma influenzerà anche gli oceani, mutandone le caratteristiche chimico fisiche. La siccità indotta dai cambiamenti climatici potrebbe minacciare anche la vita marina aumentando la concentrazione dei pesticidi e di altre sostanze chimiche che entrano nelle acque del mondo (compresi gli oceani, per il vecchio principio che tutto finisce prima o poi in mare). Uno studio condotto dai ricercatori della Baylor University 6 ha infatti dimostrato che le condizioni di siccità influiscono negativamente sulla qualità dell’acqua e rendono alcune sostanze chimiche più tossiche e più propense ad accumularsi nei pesci.
In sintesi, la siccità contribuirà negativamente ai cambiamenti climatici in corso, causando l’intensificarsi dei fenomeni estremi, l’aumento della CO2 in atmosfera e l’innalzamento delle temperature globali. Un gatto che si morde la coda in un gioco che offre poche speranze se non con un cambiamento radicale basato sulla razionalizzazione delle risorse.
FONTI
1 https://sdgs.un.org/goals
2 Nature
3 https://www.nature.com/articles/d41586-023-00182-2
4 A journal for all water-related research. Nature Water 1, 1 (2023). https://doi.org/10.1038/s44221-023-00026-3 (2023)
5 https://www.un.org/sites/un2.un.org/files/finalwaterconsultationreport
6 Influence of drought and total phosphorus on diel pH in wadeable streams: Implications for ecological risk assessment of ionizable contaminants (baylor.edu)
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ammiraglio della Marina Militare Italiana (riserva), è laureato in Scienze Marittime della Difesa presso l’Università di Pisa ed in Scienze Politiche cum laude all’Università di Trieste. Analista di Maritime Security, collabora con numerosi Centri di studi e analisi geopolitici italiani ed internazionali. È docente di cartografia e geodesia applicata ai rilievi in mare presso l’I.S.S.D.. Nel 2019, ha ricevuto il Tridente d’oro dell’Accademia delle Scienze e Tecniche Subacquee per la divulgazione della cultura del mare. Fa parte del Comitato scientifico della Fondazione Atlantide e della Scuola internazionale Subacquei scientifici (ISSD – AIOSS).
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