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Taiwan: con la guerra all’orizzonte – parte I

tempo di lettura: 5 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: GEOPOLITICA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANO PACIFICO
parole chiave: Taiwan, Cina, Stati Uniti

 

Taiwan è sempre più al centro delle dinamiche geopolitiche internazionali per il crescente atteggiamento aggressivo della Repubblica Popolare di Cina (RPC) nei confronti di questa piccola e democratica nazione insulare dell’Asia Orientale. Sul possibile “destino” dell’isola sono state scritte numerose valutazioni di natura politica e militare, sulla base anche delle esperienze del conflitto in Ucraina, e condotti wargame e simulazioni che hanno previsto le possibili opzioni da parte della RPC per prendere il controllo della “provincia ribelle”. L’occasione di essere stato ospite negli ultimi anni del Ministero della Difesa Nazionale di Taipei (l’ultima volta nello scorso autunno 2022) mi offre l’occasione di delineare l’organizzazione difensiva taiwanese, avendo anche avuto modo di conoscere il territorio (e non solo su di una carta topografica).

Il luogo più pericoloso della Terra
La tensione ha avuto una decisa impennata nell’agosto 2022 per la visita a Taipei di Nancy Pelosi, speaker pro-tempore della Camera dei Rappresentanti  e una delle figure più in vista tra i membri della formazione del Presidente Joe Biden, seguita poco dopo da altre due delegazioni politiche statunitensi e, recentemente, dal Sottosegretario alla Difesa USA Michel Chase. In un lungo discorso al 20° Congresso Nazionale del Partito Comunista Cinese (PCC), tenutosi dal 16 al 22 ottobre 2022, Xi Jinping ha parlato con fermezza della determinazione della Repubblica Popolare di Cina di riunificare l’isola autogovernata, che Pechino considera parte del proprio territorio, nonostante Taiwan non sia mai stata sotto il regime comunista.

Continueremo a lottare per la riunificazione pacifica con la massima sincerità e il massimo sforzo”, ha affermato Xi, aggiungendo tuttavia che “non prometteremo mai di rinunciare all’uso della forza e ci riserviamo la possibilità di prendere tutte le misure necessarie contro “l’interferenza di forze esterne” sulla questione Taiwan”.

Nel suo intervento, Xi ha ribadito ai delegati del PCC che la Cina ha “una missione storica e un impegno incrollabile” per realizzare la completa unificazione e portare Taiwan sotto il controllo di Pechino. Il linguaggio usato da Xi è stato fermo, ma anche ampiamente prevedibile. Anche la sua dichiarazione di non precludere l’uso della forza della forza ha riecheggiato sue passate dichiarazioni in analogia a quelle dei leader precedenti. L’obiettivo politico della Cina, sin dalla normalizzazione dei rapporti diplomatici con gli Stati Uniti nel 1979, è stato quello di ricercare la riunificazione (incruenta) con Taiwan/Taipei in un momento imprecisato del futuro.

Pechino ha perseguito questo obiettivo promuovendo una rapida integrazione economica con Taipei e, fino alla pandemia del covid-19, ha ampliato progressivamente i viaggi attraverso lo Stretto, con milioni di turisti cinesi che visitavano l’isola ogni anno e milioni di taiwanesi che visitavano la Cina, oltre alle migliaia di taiwanesi che lavoravano e studiavano nel continente. Fenomeno poco noto sono le migliaia di donne cinesi che si sono sposate in Taiwan. Dal 2020 i viaggi sono stati drasticamente ridotti per i divieti di movimento e le quarantene in Cina e a Taiwan. La repressione contro i sostenitori della democrazia a Hong Kong ha offuscato il modello cinese di “un Paese due sistemi” per un eventuale accordo politico ed ha influenzato negativamente la percezione dei taiwanesi sulle motivazioni, le intenzioni e gli obiettivi della Cina. Queste situazioni hanno compromesso sensibilmente la speranza di Pechino di promuovere l’unità con i rapporti interpersonali e gli scambi economici.

Ombre all’orizzonte
Sebbene non sia stata indicata alcuna tempistica nel corso del recente Congresso Nazionale per il raggiungimento dell’unificazione, alti ufficiali statunitensi (in servizio e non), che conoscono lo scenario dell’Indo-Pacifico, sono convinti che l’incremento dei sistemi missilistici, aerei e navali da parte del PLA (People’s Liberation Army), le esercitazioni incentrate su scenari di invasione e manovre aereo-navali in prossimità di Taiwan, siano il segnale che la Cina stia accelerando i tempi per essere pronta a intervenire nei prossimi anni. Secondo questi funzionari militari il Presidente Xi potrebbe tentare di conquistare Taiwan entro il 2027, anno del centesimo anniversario della costituzione dell’Esercito Popolare di Liberazione.

L’Ammiraglio Michael Gilday, Capo delle U.S. Naval Operations (CNO), ha dichiarato […] Quando parliamo della finestra del 2027, nella mia mente, questa deve essere una finestra del 2022 o potenzialmente del 2023. Non posso escluderlo. Non voglio assolutamente essere allarmista affermando questo. È solo che non possiamo escluderlo […] (Atlantic Council, 19 ottobre 2022).

Il Generale Mike Minihan, Comandante del U.S. Air Mobility Command, che sovrintende alla flotta di aerei da trasporto e rifornimento, ha invitato i propri sottoposti ad accelerare la loro preparazione per un potenziale conflitto, citando le aspirazioni del Presidente cinese e la possibilità che gli Americani non prestino la dovuta attenzione se non quando sarà troppo tardi, a conflitto avviato (Washington Post, 27 gennaio 2023). […] Spero di sbagliarmi ma il mio istinto mi dice che combatteremo nel 2025”, ha scritto in una nota distribuita ai suoi collaboratori ... Le elezioni presidenziali di Taiwan sono nel 2024 e offriranno a Xi una ragione. Le elezioni presidenziali negli Stati Uniti sono nel 2024 e offriranno a Xi un’America distratta. La squadra di Xi, il motivo e l’opportunità sono tutte allineate per il 2025 […], ha concluso (un funzionario della Difesa USA, parlando in condizione di anonimato, ha affermato che i commenti di Minihan “non sono rappresentativi del punto di vista del Dipartimento sulla Cina”).

L’intenzione della Cina di conquistare Taiwan è chiara, ha dichiarato l’Ammiraglio (ret.) Harry Harris, ex Comandante del U.S. Pacific Command (2105-2018) e ambasciatore nella Repubblica di Corea (2018-2021), durante un’audizione alla Commissione per i Servizi Armati della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti (ex-admiral warns of Taiwan deadline, Thu, Feb 09, 2023 Taipei Times).

L’Ammiraglio (ret.) Phil Davidson, già Comandante del U.S. Indo-Pacific Command (2018-2021), membro del think tank National Bureau of Asian Research, ha recentemente affermato che lo scenario non sarebbe necessariamente una guerra (invasione) totale ma una minaccia alle isole esterne, che comunque sarebbe “una grave preoccupazione per la sicurezza di Taiwan” (Taiwan’s Tsai welcomes retired US admiral for China talks, The Associated Press Thursday, Feb 2, 2023).

Altri analisti, invece, affermano che il 2027 – centenario della costituzione dell’Esercito Popolare di Liberazione – è semplicemente una data fissata dalla Cina per conseguire gli obiettivi di modernizzazione dello strumento militare, piuttosto che una data entro la quale intenderebbe conquistare Taiwan.

 

Principali tipologie di operazioni del PLA contro Taiwan
Il rapporto del Ministero della Difesa Nazionale di Taipei, edito il 1 settembre 2022, “2022 Chinese Communist Military Power Report” (December 14, 2022 – Global Taiwan Institute), oltre a fornire una valutazione d’insieme delle cinque componenti del PLA (forze di terra, marina, aeronautica, forza missilistica e forza di supporto strategico) e includere osservazioni sul relativo ordine di battaglia (in termini di azioni in atto o future), identifica otto scenari di azioni offensive contro Taiwan:

  1. Cognitive warfare (guerra cognitiva)
  2. “Gray zone” operations (operazioni nella “zona grigia”)
  3. Joint military intimidation (intimidazioni militari congiunte)
  4. Joint sea and air blockade (congiunto blocco navale e aereo)
  5. Seizing outlying islands (occupazione delle isole periferiche)
  6. Decapitation warfare (rimozione della leadership ostile)
  7. Joint firepower strikes (attacchi di fuoco congiunti)
  8. All-out invasion (invasione).

Inoltre, il rapporto del Ministero della Difesa Nazionale evidenzia l’atteggiamento più aggressivo adottato dal PLA nei confronti di Taiwan nel corso del 2022, specie a seguito della visita del Presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi (agosto 2022), a conferma di un piano molto più vasto di sconfinamenti nella “zona grigia” in costante aumento negli ultimi tre anni, come parte di una campagna di “intimidazione militare”.

Il rapporto descrive inoltre le operazioni effettuate nel 2022 in termini di “tre normalizzazioni” nell’ambito di una campagna di guerra psicologica volta a impressionare la popolazione di Taiwan:

  • azione di pattuglie di aerei da combattimento intorno a Taiwan;
  • impiego di varie tipologie di mezzi militari per approssimarsi a Taiwan e provocare allarmi;
  • condotta di esercitazioni congiunte nelle acque e cieli circostanti Taiwan.

Fine  I parte – continua

Giorgio Battisti

articolo pubblicato in origine su Analisi Difesa

in anteprima il sottomarino classe Han Zheng 1, primo sottomarino nucleare realizzato dalla Repubblica popolare cinese ed entrato in servizio nel 1974. Messo in disarmo nel 2000 è ora un museo galleggiante. Da allora la marina cinese ha fatto molti passi avanti diventando un serio competitor nello scenario indopacifico – foto Stefan Tsingtauer .青岛中国海军博物馆长征1号核潜艇 01.jpg – Wikimedia Commons

 

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1 commento

  1. Claudio Mastrobattista Claudio Mastrobattista
    12/04/2023    

    Articolo interessantissimo attendo con impazienza il prosieguo

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