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livello elementare.
ARGOMENTO: MARINE MILITARI
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: OCEANI
parole chiave: Marina russa, Poseidon
Sembrerebbe che la Marina russa abbia ultimato la sua ultima e misteriosa arma strategica, il Poseidon, un siluro dotato di una testata nucleare, definito dai Russi Status-6 (Russian: Статус-6) e descritto dalla marina statunitense come un “siluro autonomo a propulsione nucleare intercontinentale”. Un termine poco chiaro in quanto il siluro dovrebbe essere comunque portato a debita distanza dall’obiettivo per poi essere lanciato contro l’obiettivo.
immagine satellitare MAXAR, da H I Sutton – Covert Shores
La comparsa sulle riviste del settore di alcune immagini satellitari di Severodvinsk, scattate da Maxar nell’agosto 2021, e poi pubblicate da USNI News, mostrano la Akademik Aleksandrov, la più recente nave oceanografica da ricerca della Marina russa (progetto 20183) in banchina in un’area portuale sulla sponda settentrionale del fiume Dvina settentrionale, sul Mar Bianco. La moderna nave mostra a poppa un corpo cilindrico di grandi dimensioni che appare essere un Poseidon. Nella foto, non lontano si nota anche un incrociatore nucleare classe Kirov con, a pacchetto, il sottomarino classe Typhoon Dmitriy Donskoi (TK 208). Non è un caso in quanto Severodvinsk è il luogo in cui vengono costruiti e testati molti dei sottomarini più avanzati della Marina russa, e naturalmente anche le loro armi subacquee. Tra di essi anche il sottomarino Sarov (B-90), varato nel 2007 che, tra l’altro, eseguì il primo lancio del Poseidon il 27 novembre 2016.
Un siluro decisamente particolare
Il Poseidon è un’arma subacquea molto innovativa ma la cui attendibilità è ancora tutta da verificare; reso noto ad una indiscrezione del premier russo Putin (alcuni dicono voluta), il Poseidon venne presentato come un’arma rivoluzionaria in grado di colpire obiettivi molto lontani con armi nucleari. Per poter operare necessita di un battello di trasporto per l’avvicinamento agli obiettivi che, secondo HI Sutton, potrebbe essere individuato nei nuovi sottomarini nucleari speciali della marina russa, come il K-329 Belgorod e il Khabarovsk (progetto 09851), che però appare essere ancora in costruzione.

Poseidon o Status-6 il super siluro, autore Russian DoD – fonte http://vote.mil.ru/vote/oms.htmFile:Status-6.jpg – Wikimedia Commons
Il 16 gennaio 2023, la marina russa ha annunciato che i test del Poseidon sono stati ultimati (impiegando per le prove il Sarov B90) ed entrerà presto in produzione; un’arma subacquea il cui impiego appare però estremo, visto che comporterebbe l’esplosione sull’obiettivo di una carica nucleare. Sebbene le notizie trapelate siano discordanti, sembrerebbe che dopo gli ultimi test siano state implementate tecnologie stealth per eludere i dispositivi di scoperta e tracciamento acustico occidentali. Essendo un mezzo senza equipaggio, si potrebbe ipotizzare un avvicinamento lento verso l’obiettivo, anche a grande profondità (fino a 1000 metri), seguito da uno scatto alla sua massima velocità, che potrebbe raggiungere 100 nodi, nella vicinanza dell’obiettivo.
Il fatto che la velocità sia stata “limitata” a cento nodi significa che non impiegherà la tecnica di supercavitazione, soluzione prescelta per gli altrettanto discussi siluri tipo VA-111 Shkval, progettati per raggiungere velocità estremamente alte (>230 mph) ma più rumorosi. Ne sarebbero stati commissionati 30 di cui sei potrebbero essere imbarcati su battelli subacquei ad uso speciale come il Belgorod. Il termine drone, a volte usato nelle fonti aperte, appare essere improprio in quanto non sembra che il siluro sia in possesso di sistemi di controllo dell’assetto o di sorveglianza, quindi non potrebbe essere impiegato come un mezzo autonomo per altri compiti come la raccolta dati di intelligence. In pratica, un’arma potenzialmente molto letale ma non particolarmente “intelligente” in grado di causare effetti devastanti ed innescare una reazione senza ritorno.
Un’arma che più che tattica sembra essere stata pensata per un uso estremo (per non dire disperato) ed il cui impiego operativo appare quindi molto controverso in quanto scatenerebbe una reazione distruttiva similare che, per quanto limitata, causerebbe danni ambientali anche a nazioni non interessate da un possibile conflitto. Cui prodest?
Belgorod
Due parole sul sottomarino che potrebbe essere impiegato per l’impiego dei Poseidon, il Belgorod. Si tratta del più grande sottomarino costruito negli ultimi 30 anni (a parte quelli della classe Typhoon) con una lunghezza di circa 178 metri ed una larghezza di circa 15 metri, ed un dislocamento stimato di circa 19.000 tonnellate. Il sottomarino è stato varato il 23 aprile 2019 a Severodvinsk e da allora ha continuato l’allestimento e collaudo impiantistico dei sistemi di bordo e, probabilmente, anche dei sistemi di lancio del nuovo misterioso siluro. Il suo impiego futuro è molto dibattuto: come “nave madre” nell’ambito delle missioni speciali (eufemismo per l’impiego di mini sottomarini spia a propulsione nucleare per immersioni profonde in grado di lavorare su cavi e altri oggetti sul fondo del mare) su pipeline e cavi Internet sottomarini, oppure come sottomarino tattico/strategico impiegabile in compiti di deterrenza o di attacco nucleare contro obiettivi nemici. In questo secondo caso, sarebbe previsto l’imbarco di sei siluri Poseidon “2м39”.
nel riquadro, possibile foto del Belgorod – da H I Sutton – Covert Shores
Il Belgorod potrebbe trasportare anche il sottomarino Losharik (progetto 10831 AS-31) che potrebbe essere ancora in fase di riparazione dopo il grave incidente che ha comportato la morte di 14 membri dell’equipaggio.
Mostri del mare che si spera non vengano mai usati, che di fatto ricadono in quel tipo di armi il cui impiego non garantirebbe ritorno per tutti, scatenando una guerra globale in cui non ci sarebbero vincitori.
immagine in anteprima Poseidon – Image from video released by Russian Ministry of Defense 20th Feb 2019 da H I Sutton – Covert Shores
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