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31 maggio 1916 la battaglia dello Jutland/Skagerrak

tempo di lettura: 12 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: STORIA NAVALE
PERIODO: XX SECOLO
AREA: MARI DEL NORD 
parole chiave: Jutland, Skagerrak

Il 31 maggio 1916 fu combattuta la battaglia dello Jutland (Skagerrak per i tedeschi), ancora oggi una delle più grandi battaglie navali combattute nell’era moderna alla quale presero parte 250 unità,151 inglesi e 99 tedesche, di queste 50 erano corazzate, 14 incrociatori da battaglia e 8 incrociatori corazzati, le restanti 178 unita erano incrociatori leggeri e cacciatorpediniere.

La strategia tedesca nella Prima Guerra Mondiale prevedeva una rapida affermazione sui fronti terrestri mentre trascurava il teatro di guerra marittimo. Per la Marina era previsto il concetto di deterrenza ovvero la sola minaccia della sua presenza avrebbe dovuto tenere in soggezione l’avversario, portandolo ad attaccare le sue basi con le relative perdite. Ma gli inglesi, forti della loro superiorità numerica, non intendevano attaccare la flotta tedesca; a loro interessava che rimanesse chiusa nei porti e speravano invece in una battaglia in mare aperto per annientare il nemico.

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il Vice ammiraglio Reinhard von Scheer (1863.1928), comandante della Flotta imperiale tedesca – Autore The European Library – Fonte Europeana 1914-1918. Reinhard Scheer.jpg – Wikimedia Commons

Il 15 gennaio 1916 prese il comando della flotta imperiale tedesca il vice ammiraglio Reinhard von Scheer che intendeva ribaltare il concetto strategico dell’impiego della flotta. L’ammiraglio preparò un piano che prevedeva per la metà di maggio il bombardamento del porto inglese di Sonderland, molto vicino alla base degli incrociatori da battaglia inglesi. Il piano prevedeva che gli incrociatori da battaglia tedeschi attaccassero la costa, al fine di attirare gli omonimi inglesi, per poi portarli verso il grosso della flotta tedesca; era previsto anche l’utilizzo di sommergibili e soprattutto di dirigibili, per la ricognizione aerea. A causa del perdurare del maltempo che impediva l’uso dei dirigibili, von Scheer decise di limitarsi ad un azione contro il traffico mercantile nello Skagerrak, nella speranza di attirare le navi da guerra nemiche allo scoperto in modo da portarli verso il grosso della Hochseeflotte in agguato.

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l’ammiraglio John Rushworth Jellicoe, 1st Earl Jellicoe (1859 – 1935), comandante durante la battaglia dello Jutland/Skagerrak della Grand Fleet, in uniforme da Admiral of the Fleet, grado ricevuto in seguito nel 1919. – Fonte Library of Congress Bain collection – Autore Bain News Service, fotografia in data 13 novembre 19[25] e poi restaurata da Adam Cuerden John Jellicoe, Admiral of the Fleet.jpg – Wikipedia

Da parte inglese, l’ammiraglio britannico John Jellicoe, pensava di attirare l’avversario direttamente in battaglia nello Skagerrak. Il 30 maggio l’ammiragliato tramite intercettazioni radio, scopri che la flotta tedesca stava per uscire in mare, passò l’informazione a Jellicoe, che diede a tutte le unità il pronti a muovere. La notte del 31 maggio le due flotte lasciarono le basi.

Il grosso della flotta tedesca era preceduto dagli incrociatori da battaglia Lützow (nave di bandiera del vice ammiraglio Hipper), Derfflinger, Seydliz, Moltke e Von der Tann, scortati da cinque incrociatori leggeri e 30 cacciatorpediniere, con compiti esplorativi. Seguiva il grosso diviso in tre squadre, in testa la III^ squadra composta dalla 5^ divisione corazzate: Königh, Grosser kurfürst, Markoraf e Kron Prinz, e dalla 6^ divisione corazzate: Kaiser, Pince Regent Luitpold, Kaiserin, Friedrich de Gross ( nave di bandiera del comandante in capo Von Scheer), seguiva la I^ squadra formata dalla 1^ divisione corazzate: Osteriesland, Taüringen, Helgoland e Oldenburg, e dalla 2^ divisione corazzate: Posen, Rheinland, Nassau e Westfalen, chiudeva la formazione la 2^ squadra, formata dalle corazzate più vecchie, comprendente la 3^ divisione corazzate: Deutshland, Pommer e Schelesien, con la 4^ divisione corazzate Hannover, Schleswing-Holstein e Hessen, la flotta era preceduta da 6 incrociatori leggeri e scortata da 32 cacciatorpediniere.

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Schema delle diverse fasi della battaglia (cropped) – Autore Department of History at the United States Military Academy File:Jutland1916-2.jpg – Wikimedia Commons

Anche gli inglesi erano divisi in due formazioni, le forze di esplorazione al comando del vice ammiraglio Betty, formate dalla 1^ squadra incrociatori da Battaglia composta dal Lion ( neve di bandiera di Betty), Princess Royal, Queen Mary, Tiger; la 2^ squadra incrociatori da battaglia: New Zealand e Indefatigable; la 5^ squadra di linea, corazzate Barham, Valiant, Warspite e Malaya, scortate da 14 incrociatori leggeri, 27 cacciatorpediniere e una nave trasporto idrovolanti. A Nord navigava la Grand Fleet, divisa in 3 squadre, disposte su sei colonne ognuna formata da una divisione:
– la 1^ squadra di linea composta dalla 5^ e 6^ divisione corazzate: Colossus, Collingwood, Neptune, St.Vincent, Marlborough, Revenge, Hercules e Angicourt. Dieci miglia davanti si trovavano due gruppi di incrociatori corazzati: Defence, Warrior, Duke of Edinburgh, Black Prince, Minotaur, Hampshire, Cochrane e Shannon. Preceduti di altre 10 miglia dalla 3^ squadra incrociatori da battaglia, composta da Invincible, Inflexible e Indomitable, il tutto era scortato da 12 incrociatori leggeri, 51 cacciatorpediniere ed un posamine.
– la 2^ squadra di linea composta dalla 1^ e 2^ divisione corazzate: King George V, Ajax, Centurion, Erin, Orion, Monarch, Conquedor e Thunderer.
– la 4^ squadra di linea composta dalla 3^ e 4^ divisione corazzate: Iron Duke (nave di bandiera dell’ammiraglio Jellicoe) Royal Oak, Superb, Canada, Benbow, Bellerophon, Temerraire e Vanguard.

Jellicoe, aveva impartito i seguenti ordini: gli incrociatori comandati da Betty dovevano trovarsi per le 14.00 del 31 maggio cento miglia ad ovest dello Jutland, mentre alla stessa ora la Grand Fleet si sarebbe trovata a 70 miglia a Nord Ovest da loro. I due ammiragli sapevano che numerose unità tedesche erano in mare, ma credevano, grazie ad uno scaltro accorgimento di von Scheer, che la Hochseeflotte si trovasse ancora nelle basi, i tedeschi ignoravano che la Grand Fleet fosse in mare diretta verso lo Jutland. Alle 14.15, Betty arrivato nel punto previsto, ordinò alle sue unità di fare rotta Nord per congiungersi con la Grand Fleet; subito dopo arrivò il segnale di avvistamento del nemico dall’incrociatore leggero Galatea, che aveva avvistato l’omonimo tedesco Elbing, intento nel controllo di un mercantile danese, fra i due incrociatori iniziò uno scambio di salve, il Galatea incassò un colpo a bordo che però non esplose; l’Elbing, confondendo gli incrociatori leggeri, segnalò la presenza di incrociatori corazzati nemici in vista.

Erano le 14.28 del 31 maggio ed iniziava la battaglia dello Jutland
Ricevuto il messaggio del Galatea, Betty prese rotta verso Sud-Est, l’ordine dato con le bandiere, non fu visto dalla 5^ squadra che continuò la rotta verso nord. Le due formazioni avversarie si portarono alla massima velocità e si apprestarono al combattimento, verso le 15.30 le due formazioni si avvistarono, Hipper fece assumere l’ordine di battaglia e diresse verso Sud dove si trovava il grosso delle flotta; Betty ignaro della presenza di Von Scheer, seguì le navi tedesche, le due formazioni aprirono il fuoco quasi contemporaneamente alle 15.48. subito la maggiore efficienza e rapidità del fuoco tedesco produsse i suoi frutti, il Moltke colpì 4 volte il Tiger, ed il Lützow piazzò colpi a bordo del Lion; gli inglesi invece, erano in difficoltà sia per i sistemi di punteria inferiori, sia per colpa della scarsa visibilità e della colorazione grigio chiaro delle navi nemiche che le confondeva con cielo e mare, per cui il tiro inglese risultava troppo lungo.

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Schema delle diverse fasi della battaglia (cropped) – Autore Department of History at the United States Military Academy File:Jutland1916-2.jpg – Wikimedia Commons

Poi aggiustato il tiro, il Queen Mary colpì due volte il Seydlitz, centrando una torre e provocando l’incendio delle munizioni; anche il Princess Royal colpì il Lützow, ma ne ricevette tre che misero fuori uso la centrale del tiro. Alle 16.00 circa, il Lion fu raggiunto da un colpo del Lützow che perforò la corazza di una torre e scoppiò all’interno, provocando un incendio che solo l’allagamento della santabarbara sottostante permise di evitare il peggio. L’Indefatigable, inquadrato dal Von der Taan, fu colpito da tre proiettili a centro nave che provocarono un grosso incendio per cui l’incrociatore uscì di linea accostando in fuori (sulla sinistra) ma fu raggiunto da altri due colpi a prora. Dalla nave si sollevò una grandissima nube di fumo che l’avvolse completamente e si vedevano grossi pezzi scagliati in aria; la nave era esplosa e, al diradarsi del fumo, non ve ne era più traccia. Una tragedia: di tutto l’equipaggio si salvarono solo due uomini.

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L’affondamento dell’HMS Indefatigable.  In lontananza l’incrociatore da battaglia britannico affonda dopo essere stato colpito due volte dai proiettili dell’incrociatore da battaglia tedesco Von Der Tann. Tutti tranne due membri dell’equipaggio di Indefatigable di 1.119 persone furono uccisi nell’esplosione – Autore della foto LtCmdr H. T. Day – File:HMS Indefatigable sinking.jpg – Wikimedia Commons

Negli stessi istanti il Lion fu colpito ancora sei volte per cui Betty si allontanò dalla formazione tedesca ed ordinò ai cacciatorpediniere di attaccare. Di fatto la prima fase della battaglia era finita: i tedeschi avevano messo a segno 21 colpi di grosso calibro, affondato una nave e messo fuori uso tre torri nemiche, di contro avevano ricevuto a bordo quattro colpi e avevano una sola torre fuori uso.

Fra le due formazioni si era sviluppata una mischia fra i caccia che cercavano di raggiungere gli incrociatori nemici e nel frattempo cercavano di impedire agli avversari di avvicinarsi. Nel mentre giungeva sul luogo dello scontro la 5^ divisione che, non avendo più visto le navi di Beatty, aveva invertito la rotta. Di fatto lo scontro si riaccese e la Queen Mary iniziò un duello con il Derfflinger e, fra le 16:24 e le 16:26, sei salve dell’incrociatore tedesco centrarono il Queen Mary che si inclinò a dritta. Non aveva più alberi e fumaioli e sul fianco mostrava un enorme falla; la nave si rovesciò e dopo un minuto e mezzo scomparve. Un altro dramma del mare: dei 1275 uomini dell’equipaggio ne sopravvissero nove.

Il cacciatorpediniere Petard riuscì a passare lo schermo nemico e colpi con un siluro il Seydlitz che imbarcò circa 2000 tonnellate d’acqua ma prosegui il combattimento; i caccia tedeschi V29 e V27 furono affondati e gli incrociatori tedeschi Von der Tann, Moltke, Lützow, Seydlitz e il Derfflinger furono colpiti  arrecando però  danni al Lion, Tiger e Barham. Alle 16.33 l’incrociatore leggero Southampton segnalò a lampi di luce “corazzate nemiche a Sud-Est” e Beatty decise di ritirarsi; fece invertire la rotta e trasmise a Jellicoe che la flotta nemica era in vista. Anche questa volta le corazzate della 5^ squadra si avvidero tardi dell’ordine di cambio di rotta e proseguirono verso Sud finendo sotto il tiro dei tedeschi che colpirono più volte il Barham e il Malaya.

Le due squadre tedesche riunitesi iniziarono ad inseguire gli inglesi i cacciatorpediniere Nestor e Nomad, che tentavano di proteggere la ritirata di Beatty, furono affondati. Verso le 17:00 lo scontro fra le due formazioni riprese e lo scambio di colpi provocò la perdita delle stazioni radio del Lützow. Di fatto Hipper da quel momento poté comunicare solo con le bandiere o con i proiettori; il Seydlitz fu colpito ed ebbe un incendio nella santabarbara e furono colpiti anche il Grosser Kurfürst, il Markgrae ed ancora il Derfflinger. Gli inglesi subirono ancora colpi a bordo del Lion, dove si svilupparono nuovi incendi, e gravi danni al Malaya. Beatty cercò di effettuare il “Taglio a T” della formazione tedesca puntando ad Est  e, al fine di evitare la manovra, Hipper dovette anche lui accostare per Est.

Verso le 18:00 l’incrociatore leggero Chester, che precedeva le navi della 3^ divisione (inviata da Jellicoe alle 16.00 in aiuto di Beatty) fu attaccato dagli incrociatori leggeri tedeschi che lo ridussero a mal partito ma riuscì a salvarsi per l’arrivo delle unità maggiori. L’incrociatore tedesco Frankfurt, scambiando gli incrociatori corazzati per corazzate, segnalò di essere sotto il fuoco di corazzate nemiche, gli incrociatori aprirono il fuoco sul Wessbaden mentre i cacciatorpediniere attaccavano i tedeschi perdendo lo Shark e l’Acasta.

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Schema delle diverse fasi della battaglia (cropped) – Autore Department of History at the United States Military Academy File:Jutland1916-2.jpg – Wikimedia Commons

Finalmente giunsero in vista dello scontro le forze di Jellicoe, ancora in formazione di marcia, mentre gli incrociatori Defence e Warrior proseguivano il cannoneggiamento del Wessbaden. Non si avvidero però dell’arrivo della squadra tedesca e aprirono il fuoco da una distanza di 6000 metri. Il Defence ripetutamente colpito saltò in aria e scomparve con tutto l’equipaggio; 15 colpi raggiunsero anche il Warrior che sfuggì all’affondamento perché fra lui e il nemico si frappose il Warspite che, a causa di un guasto al timone, descrisse un cerchio. Il Warspite incassò 7 colpi da 300mm che lo costrinsero ad abbandonare la battaglia; anche il Black Prince fortemente danneggiato ne approfittò per allontanarsi dallo scontro.

L’Invincible si trovò sotto il fuoco del Derfflinger e del Lützow alle 18:30 e fu colpito una prima volta a poppa e poi al centro. Dopo di chè esplose spezzandosi in due e lasciando solo 6 superstiti. Le perdite iniziavano a farsi pesanti per gli inglesi: in poche ore avevano perduto tre incrociatori da battaglia, un incrociatore corazzato e due cacciatorpediniere, con la perdita di più di 4000 uomini compresi due ammiragli.

Alle 18.15 Jellicoe aveva dato l’ordine di disporsi in linea di combattimento, nel mentre von Scheer era stato informato che i superstiti del Nomad, raccolti da unità tedesche, avevano riferito che in mare si trovavano molte unita maggiori inglesi. Incerto della reale consistenza delle forze nemiche mandò i cacciatorpediniere a stendere una cortina fumogena fra gli schieramenti ed ordinò un accostata ad un tempo di 180°; l’ordine prevedeva che tutte le navi della flotta simultaneamente invertissero la rotta, manovra che riuscì perfettamente.

Il continuo attacco dei cacciatorpediniere portò al siluramento della corazzata Malborough, che riuscì comunque a rimanere in linea, e alla perdita del caccia V48. Alle 19.00 gli inglesi riuscirono ad intravedere la flotta tedesca ed aprirono il fuoco; von Scheer ordinò agli incrociatori di attaccare ma, mentre si portavano in posizione, furono pesantemente colpiti ed il Derfflinger perse le due torri poppiere, il Seydlitz ed il Van der Tann furono ripetutamente colpiti.

Mentre gli incrociatori attaccavano, von Scheer ordinò un’altra accostata di 180°; fallito l’attacco degli incrociatori furono mandati all’attacco i cacciatorpediniere, ma appena questi uscirono dalla cortina fumogena si trovarono davanti la Grad Fleet schierata su un largo tratto dell’orizzonte. L’attacco dei caccia costrinse gli inglesi ad accostare in fuori provocando l’allontanamento delle due formazioni e la sospensione del fuoco. I tedeschi procedendo verso Ovest si allontanavano dalle loro basi: von Scheer si trovava in una posizione scomoda, non poteva dar battaglia alla flotta inglese numericamente superiore, ma questa si frapponeva fra lui e le sue basi. Il Lützow, gravemente danneggiato, riusciva a stento a mantenere i 15 nodi e Hipper si trasferì sul Moltke.  Il Derfflinger ed il Seydlitz avevano imbarcato grandi quantità d’acqua e avevano gran parte delle artiglierie fuori uso, il Von der Tann aveva riparato i danni alla bene e meglio ma non vi erano certezze sulla durate delle stesse per cui von Scheer prese rotta Sud per avvicinarsi alla sue basi.

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La SMS Seydlitz semidistrutto in bacino di carenaggio dopo la battaglia, con la torre prodiera sventrata e 5 000 tonnellate d’acqua imbarcate. A bordo si ebbero 98 morti e 55 feriti – Fonte  The First World War in Photographs, from the Imperial War Museum, photo number Q20665 – Autore sconosciuto SMS Seydlitz after Jutland.PNG – Wikimedia Commons

Intanto gli inglesi cercavano di riprendere il contatto prima del buio
Jellicoe, consapevole della propria inferiorità nelle comunicazioni e nei sistemi di punteria, non voleva un combattimento al buio. Alle 20.17 si riaccesero gli scontri, durante i quali fu gravemente danneggiato l’incrociatore leggero inglese Calliope. Gli incrociatori di Hipper subirono nuovi danni ma alle 21:00 scese il buio: la flotta inglese assunse l’assetto notturno con la distanza di un miglio fra le varie divisioni ed i caccia messi in retroguardia. La notte buia e senza luna rendeva difficoltoso distinguere anche le navi della stessa formazione (a 400m di distanza), e von Scheer decise di dirigersi verso le sue basi aprendosi, se necessario, il passo a cannonate.

Durante la notte avvennero sporadici combattimenti fra il naviglio minore verso le 22:00 si scontrarono gli incrociatori leggeri e l’incrociatore tedesco Frauenlob fu affondato da siluri e l’Hamburg venne danneggiato. Da parte inglese riportarono seri danni il Southampton ed il Dublin. Alle 23:00 i caccia inglesi si imbatterono nella testa della flotta tedesca prossima a passare la coda di quella inglese e nello scontro affondarono i caccia Tipperary, Spitfire, Fortune ed Arden, mentre il Broke, Sparrowhawk e Contest entrarono in collisione fra loro. Verso la mezzanotte il Black Prince già danneggiato, scambiò per amiche le corazzate tedesche e queste aprirono il fuoco da una distanza di 1000m affondandolo con tutto l’equipaggio; anche i caccia Petard e Turbulent fecero lo stesso errore: il primo fu gravemente danneggiato ed il secondo affondato. Nonostante i combattimenti, Jellicoe mantenne la rotta, cosi che von Scheer riuscì a passare la formazione nemica, anche se ci furono le perdite della corazzata Pommer e del caccia V4. Passato il pericolo i tedeschi si accinsero a soccorrere le navi più danneggiate, dopo averne recuperato gli equipaggi, furono affondati il Lützow, l’Elbing, il Rostock ed il Wisbaden. Anche gli inglesi furono costretti ad affondare il Warrior. Ultima vittima dello scontro fu la corazzata Ostfriesland, che, alle 5.30 del 1 giugno, urtò una mina.

La battaglia dello Jutland era conclusa, i tedeschi ne uscivano tecnicamente e tatticamente vincitori, infliggendo alla Royal Navy le più gravi perdite dalla sua fondazione e riuscendo ad evitare l’annientamento ma, strategicamente, i veri vincitori furono gli inglesi e la marina tedesca non tentò più di uscire dal Mar Baltico se non per recarsi a Scapa Flow dopo l’armistizio.

Virginio Trucco

 

in anteprima la Grand Fleet British Grand Fleet.jpg – Wikimedia Commons

 

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Bibliografia
Grandi battaglie del XX secolo, Curcio Editore di Arrigo Petacco
Storia della Marina Fabbri Editori
Wikipedia

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