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Gli impegni navali in Arabia e nella guerra partica

tempo di lettura: 3 minuti

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livello elementare

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ARGOMENTO: STORIA ROMANA
PERIODO: I SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Traiano

 

Impegni navali correlati all’annessione dell’Arabia
Nello stesso periodo Traiano diede ordine al governatore della Siria di annettere l’Arabia Petrea all’impero romano. Tale provvedimento, che assicurava a Roma il controllo di tutte le rotte commerciali dal Mediterraneo all’oceano Indiano, venne seguito da altri due provvedimenti a favore del predetto traffico navale: la realizzazione di una nuova strada per collegare i porti del golfo di Aqaba all’entroterra fino alla Siria e l’istituzione di una nuova flotta imperiale nel Mar Rosso.

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Carta dell’Arabia Petrea – autore Arconati Visconti, Giovanni Martino – Public domain – Fonte Diario di un viaggio in Arabia Petrea (1865) Diario di un viaggio in Arabia Petrea (1865) BHL48741116.jpg – Wikimedia Commons

In realtà una flotta in questo mare era già stata creata da Augusto poco dopo l’annessione dell’Egitto, ma il provvedimento di Traiano fu evidentemente inteso a conferire un più accentuato vigore ed una maggiore operatività a quella forza navale, a beneficio della sicurezza dei mercantili che commerciavano con l’India.

Impegni navali per la guerra Partica
Successivamente Traiano condusse la guerra contro i Parti. Le forze navali furono coinvolte fin dall’inizio per portare in Siria tutte le risorse necessarie, a livello tattico e logistico. Questo impegno – equivalente alle odierne Expeditionary Operations (considerate ancora oggi fra le attività militari più impegnative per le marine maggiori) era assicurato principalmente dalla Flotta Pretoria Misenense, con qualche contributo della Flotta Augusta Alessandrina, come testimoniato dalle lettere del giovane classiario Claudio Terenziano imbarcato sulla liburna Nettuno.

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Busto di Traiano, ritrovato a Salona (Solin, Croatia), ca. 108 AD, del tipo “Decennalia”, Vienna Kunsthistorisches Museum, Austria – autore Carole Raddato, Frankfurt, Germany Bust of Trajan, found in Salona (Solin, Croatia), ca. 108 AD, of the so-called “Decennalia type”, Vienna Kunsthistorisches Museum, Austria (20405430933).jpg – Wikimedia Commons

Nelle operazioni sul terreno, il maggior contributo navale dovrebbe essere stato fornito dalla flotta sull’Eufrate, visto che questo fiume costituisce la più semplice via di penetrazione dalla Siria verso la Mesopotamia. Sappiamo anche che molte altre navi vennero allestite nell’area di Nisibi ed utilizzate per varcare il Tigri ed invadere l’Adiabene. La forze navali romane passarono poi tutte sul Tigri fino a Ctesifonte, la capitale dei Parti. Sconfitto il nemico, lo stesso Traiano si imbarcò sulla maggiore di quelle navi e con una flotta di cinquanta unità procedette lungo il fiume fino alla foce. Approdato all’isola di Mesene, il cui re Atambilo si sottomise prontamente, garantendo ai Romani un eccellente punto di controllo sui traffici navali verso l’Oriente. Entrò quindi nel Golfo Persico, ove, superata una violenta burrasca, condusse una navigazione esplorativa, trovandosi ormai in condizione di raggiungere l’India, ma lamentandosi di non avere né l’età, né sufficiente tempo, per emulare le imprese di Alessandro Magno. Richiamato mentre si trovava in alto mare dalla notizia di ribellioni nelle regioni conquistate, navigò nuovamente verso Ctesifonte, ove impose ai Parti il re filoromano Partamaspate.

Fine parte – continua 

Domenico Carro

in anteprima Arco di Traiano (Benevento), La stabilità e la sicurezza raggiunta dall’Impero sotto Traiano – autore foto Mongolo1984
Arco di Traiano (Benevento), La stabilità e la sicurezza raggiunta dall’Impero sotto Traiano.jpg – Wikimedia Commons

 

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