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Stromboli, da secoli faro naturale del Tirreno

tempo di lettura: 7 minuti

 

livello elementare

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ARGOMENTO: GEOLOGIA
PERIODO: XXI SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Vulcani, mar Mediterraneo

 

Chi ha avuto la possibilità di navigare nel Mar Tirreno meridionale, in prossimità delle Eolie, potrebbe aver avuto la fortuna di transitare vicino  ad una delle più belle ed interessanti isole eoliane, Stromboli. Il poter osservare la sua eruzione, a debita distanza dal mare, non ha prezzo, uno spettacolo che in ore notturne riserva molte emozioni in uno spettacolo di un susseguirsi di esplosioni di breve durata, separate tra loro da lanci di frammenti di lava incandescente, lapilli e ceneri fino a qualche decina o centinaia di metri sopra le bocche del vulcano. A volte, durante i periodi di maggiore attività, alcune espellono brandelli lavici quasi continuamente (un fenomeno tecnicamente noto come spattering), che talvolta può portare alla formazione di piccole colate di lava intra crateriche. Ma le esplosioni più grandi, più rare e ben più pericolose rispetto all’abituale attività stromboliana, sono i cosiddetti “parossismi“, quando bombe e blocchi di lava sono emessi fino all’area sommitale (il Pizzo sopra la Fossa) interessando, qualche volta, le pendici esterne del vulcano con una spettacolare ricaduta di materiale piroclastico incandescente fino in mare. Dopo questa breve presentazione, da umile spettatore della Natura, andiamo a conoscere meglio Stromboli con un articolo scritto da Marco Neri dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

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Stromboli, 4 settembre 2019 – Esempio di attività esplosiva stromboliana. Il 30 agosto 2019 il Dipartimento della Protezione Civile dispose il passaggio di allerta per il vulcano Stromboli (dal livello giallo ad arancione) e l’attivazione della fase operativa di preallarme, secondo quanto previsto dal Piano Nazionale di emergenza per l’isola di Stromboli. L’innalzamento dell’allerta determinò il potenziamento del sistema di monitoraggio del vulcano e del raccordo informativo tra la comunità scientifica e le altre componenti e strutture operative del Servizio Nazionale della Protezione Civile. Con il passaggio alla fase operativa di preallarme si attivò il livello locale di protezione civile e un presidio di livello nazionale sull’isola, presso il COA – Centro Operativo Avanzato, in grado di assumere in tempo reale le decisioni in materia di protezione civile previste dal piano – Creative Commons Attribution 2.0 – Fonte Dipartimento Protezione CivileEmergenza Stromboli (48682376636).jpg – Wikimedia Commons

Stromboli e le sue esplosioni
Da oltre mille anni il vulcano Stromboli erutta continuamente, producendo un tipo di attività davvero peculiare. Si tratta di esplosioni intermittenti, con intervalli che variano tipicamente da decine di secondi ad alcuni minuti, che avvengono dai crateri posti a circa 750 metri di quota vicino la cima del vulcano. L’energia di queste esplosioni è complessivamente modesta ma comunque sufficiente a lanciare in aria, fino a qualche centinaio di metri di altezza, brandelli di magma incandescente: è la cosiddetta attività stromboliana, nota in tutto il mondo per i suoi connotati netti e inconfondibili. Una sorta di “marchio di fabbrica” che rende internazionalmente noto questo vulcano. Fino agli inizi del ‘900, questa tipica attività eruttiva ha fatto dello Stromboli un “faro” naturale per tutti coloro che solcavano le acque del Tirreno. Oggi questa funzione è passata allo Strombolicchio, poco più che uno scoglio ubicato a Nord di Stromboli, sul quale è stato installato un vero faro a governare il traffico marittimo moderno.

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l’isola di Strombolicchio, con un’estensione di appena 7.620 metri quadri ed posta a poco meno di un miglio nautico a nord-est di Stromboli, rappresenta il punto più settentrionale dell’intera Regione Siciliana. Caratterizzato da ripide scogliere formate da rocce di basalto, andesite e augite, Strombolicchio è in effetti ciò che rimane dell’antico edificio vulcanico di Stromboli (200.000 anni), antecedente all’odierno Stromboli, che nacque circa 100.000 anni dopo. Notare il moderno faro sulla sua sommità che viene alimentato con pannelli solari – autore Giovanni da Catania Strombolicchio2.jpg – Wikimedia Commons

Se pensiamo alla natura geologica di Strombolicchio, che rappresenta ciò che resta di un condotto eruttivo risalente a circa duecentomila anni fa, è come se l’Uomo avesse voluto riattivare questo antichissimo camino vulcanico, “riaccendendo” artificialmente la sua cima con la luce del faro. Per quanto a grandi linee costante nel tempo, però, l’attività esplosiva dello Stromboli presenta alcune varianti. Il punto di emissione rimane quasi sempre situato in corrispondenza delle bocche che si trovano all’interno della cinta craterica sommitale, ma l’energia liberata e la frequenza delle esplosioni possono variare anche significativamente.

Pertanto, si può definire come “normale attività stromboliana” quella che è anche la più frequente: esplosioni dalla terrazza craterica e che producono la proiezione in aria di brandelli di lava, gas, lapilli e ceneri fino a poche centinaia di metri di altezza, materiali che poi ricadono in prevalenza all’interno della stessa terrazza craterica dalla quale sono stati emessi (Figura 1). Questo tipo di attività eruttiva non rappresenta tipicamente un reale pericolo per gli abitanti dell’isola e per eventuali osservatori che dovessero transitare lungo i sentieri che portano in cima al vulcano fino al “Pizzo sopra la Fossa”, un belvedere naturale posto a quasi 900 metri di quota e che sovrasta la sottostante terrazza craterica da cui si origina l’attività stromboliana.

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Figura 1 – Esplosione stromboliana normale prodotta da uno dei crateri che si trovano all’interno della terrazza craterica sommitale, ripresa nel 2015 da Marco Neri

A volte, però, e in modo ancora imprevedibile, l’attività eruttiva ordinaria di Stromboli sfocia in “esplosioni maggiori”, prodotte sempre dalle bocche della terrazza craterica ma caratterizzate da maggiore energia e frequenza delle esplosioni “normali” e volumi di magma eruttati (Figure 2 e 3).

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Fig 2 e 3 – orari in UTC, vedi nota 1.

Sono esplosioni come quelle accadute già quattro volte nei primi quattro mesi del 2018 (7 e 18 marzo, 24 e 27 aprile), ed altre quattro volte nella seconda metà del 2017 (27 luglio, 23 ottobre, 1 novembre 1 dicembre), e che quindi possono avvenire ad intervalli spesso irregolari. La conseguenza immediata è percepibile dal differente impatto che questi eventi hanno sull’ambiente circostante. Esse, infatti, causano frequentemente la ricaduta di bombe vulcaniche, lapilli e frammenti rocciosi anche abbastanza grandi, nella porzione sommitale del vulcano, ma, rispetto alla normale attività, a distanze maggiori dalla bocca eruttiva. Pertanto, sia il belvedere del Pizzo sopra la Fossa sia parte dei sentieri che vi conducono, possono essere interessati da questa ricaduta di materiali vulcanici, potenzialmente pericolosi per qualsiasi osservatore si trovasse a transitare da quelle parti.

La normale attività stromboliana e le esplosioni maggiori eruttano tipicamente magmi definiti come “evoluti”, la cui lenta risalita verso la superficie consente loro di formare numerosi cristalli. Ma a Stromboli avvengono anche esplosioni definite “parossistiche”. Si tratta di fenomeni decisamente violenti e improvvisi, che spesso eruttano un magma considerato “primitivo” e profondo, che risale tanto rapidamente verso la superficie da non avere il tempo di cristallizzare parzialmente e frazionarsi. Le eruzioni parossistiche producono il lancio in atmosfera di bombe vulcaniche, lapilli incandescenti e frammenti di roccia ad altezze di qualche chilometro, con ricaduta di tali materiali fino a distanze di alcuni chilometri dalle bocche eruttive (Figura 4). In alcuni casi, come nel 1930, il materiale eruttato è ricaduto al suolo formando valanghe di materiale incandescente che ha percorso rapidamente i fianchi del vulcano fino a raggiungere il mare. Il loro impatto sul territorio, quindi, è potenzialmente molto pericoloso, in quanto i materiali eruttati possono innescare incendi nella vegetazione e raggiungere i centri abitati. Fortunatamente si tratta di eventi che accadono con intervalli nell’ordine delle decine di anni. Le esplosioni parossistiche possono avvenire improvvisamente, ma di solito accadono durante periodi caratterizzati da intensa attività eruttiva del vulcano. Come, ad esempio, quella avvenuta il 5 aprile 2003 (Figura 4), una delle più recenti esplosioni parossistiche di Stromboli, avvenuta nel corso dell’eruzione iniziata il 28 dicembre 2002 e terminata il 18 luglio 2003.

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Figura 4 – Esplosione parossistica avvenuta il 5 aprile 2003, ripresa da Sonia Calvari a bordo dell’elicottero della Protezione Civile durante una fase di monitoraggio vulcanologico – INGV 

La più recente si è verificata il 15 marzo 2007, sempre durante un’eruzione effusiva. In quel caso, brandelli di lava incandescente e frammenti di roccia sono ricaduti fino a 400 metri di quota attorno all’area sommitale del vulcano. Alcuni blocchi lavici sono precipitati a quote minori fino a raggiungere la frazione di Ginostra, sul basso versante sud-occidentale dell’isola. Allo stato attuale delle conoscenze, sia le eruzioni maggiori sia quelle parossistiche, non sono precedute da [segni] precursori chiaramente riconoscibili, se non poche decine di secondi prima dell’evento esplosivo. Tale lasso di tempo è troppo breve per consentire a chi si trova sulla cima del vulcano di mettersi al riparo.

Il video mostra tre tipi di eventi esplosivi che possono avvenire a Stromboli. La prima parte del filmato è stato girato tra il 2013 ed il 2015 da Boris Behncke e riprende la cosiddetta attività stromboliana normale. La seconda parte del filmato è estratta dalle registrazioni delle telecamere di sorveglianza dell’INGV e documenta l’esplosione maggiore avvenuta il 7 marzo 2018. Infine, l’ultima parte del filmato è stata realizzata da Piergiorgio Scarlato, e riprende l’esplosione parossistica avvenuta il 5 aprile 2003 nel corso di un’eruzione durata alcuni mesi.

Marco Neri

 

in anteprima: Colate di lava e forte attività di spattering presso le bocche attive all’interno del settore craterico settentrionale di Stromboli, il 15 dicembre 2017 –  Foto di Daniele Andronico – CC 4.0 INGV 

Note

1. Coordinated Universal Time è il fuso orario scelto come riferimento globale, a partire dal quale sono calcolati tutti i fusi orari del mondo

 

Pubblicato originariamente su Stromboli e le sue esplosioni – INGVvulcani 

 

Alcune delle foto presenti in questo blog possono essere state prese dal web, citandone ove possibile gli autori e/o le fonti. Se qualcuno desiderasse specificarne l’autore o rimuoverle, può scrivere a infoocean4future@gmail.com e provvederemo immediatamente alla correzione dell’articolo

 

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