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A chi si ispirò Jules Verne nella scrittura di Ventimila leghe sotto i mari? di Domiziana D’Aniello

tempo di lettura: 4 minuti

 

livello elementare

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ARGOMENTO: LETTERATURA
PERIODO: XIX SECOLO
AREA: DIDATTICA
parole chiave: Nautilus, Jules Verne

Il romanzo pubblicato nel 1870 dal francese Jules Verne, Vingt Mille Lieues Sous les Mers (Ventimila leghe sotto i mari), faceva appello al crescente fascino del pubblico nei confronti dell’avventura nel mare profondo, condensando in un’unica opera fantasia letteraria e progresso scientifico. La storia infatti ripercorreva, seguendo il punto di vista del professore Aronnax, le vicende dell’enigmatico e travagliato Capitano Nemo, mentre trascinava i suoi prigionieri in un viaggio attraverso gli oceani del mondo a bordo del suo meraviglioso sommergibile. Proprio in merito al Nautilus (sul quale intendo meglio approfondire in un successivo articolo) bisogna dire che Verne trovò l’ispirazione, visitando nel 1867 l’Esposizione di Parigi 89, dove poté osservare il modello di un sottomarino francese simile a un missile.

Si trattava del primo batiscafo al mondo a propulsione meccanica, ossia ad essere azionato non grazie al lavoro umano, bensì alla sua stessa potenza e per questo detto Le Plongeur90 (Fig. 2.31). Ideato dal Capitano Siméon Bourgeois, mentre il costruttore navale Charles Brun lavorava al design. Le Plongeur fu reso pubblico il 16 aprile 1863 e pochi anni dopo ispirò la meccanica del Nautilus, che però ricalcava il nome da quello del primo sottomarino a propulsione umana, progettato per la Francia da Robert Fulton nel 1800 (J. NOIRAY, 2008, pp.271-272).

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Fig. 2.31: Incisione che raffigura Le Plongeur, XIX sec. – Fonte https://fineartamerica.com/featured/le-plongeur-submarine-constructed-mary-evans-picture-library.html

Sempre nell’ambito dell’innovazione tecnologica, i miglioramenti apportati agli elmi da palombaro dall’ingegnere Augustus Siebe91 negli anni Trenta dell’Ottocento portarono alla prima muta da subacqueo chiusa, efficace e di successo commerciale (Fig. 2.32, 2.33, 2.34), precursore della versione usata oggi. L’invenzione di Siebe rivoluzionò completamente l’ingegneria subacquea, così come la sicurezza dei sommozzatori durante le operazioni di recupero merci da imbarcazioni affondate e permise molti dei progetti di costruzione che caratterizzarono il diciannovesimo secolo.

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Fig. 2.32, 2.33, 2.34: l’invenzione di Siebe e Gorman riportata dai giornali dell’epoca, XIX sec, fonte: Siebe, Gorman and Co. – Graces Guide

Sono piuttosto evidenti le assonanze tra le incisioni che ritraevano lo scafandro di Siebe e quelle presenti nella versione di Vingt Mille Lieues sous les Mers illustrata da Neuville e Riou (Fig. 2.35): infatti, il francese Joseph Martin Cabirol apportò delle ulteriori innovazioni al modello di Siebe e, presentandole all’Esposizione di Parigi del 1867, riscosse molto successo, vincendo anche una medaglia

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gli scafandri nella versione originale di Vingt Mille Lieues sous les Mers illustrata da Neuville e Riou – Fig. 2.35 https://ventimilaleghe.wordpress.com/2013/06/04/illustrazioni-by-alphonse-de-neuville-e-edouard-riou/

Un altro elemento distintivo del romanzo verniano e che rifletteva gli avanzamenti della ricerca talassografica, consisteva negli accurati riferimenti di natura zoologica: infatti, lo scrittore caratterizzò gli incontri del Nautilus con varie creature realmente presenti in mare aperto. Un branco di «argonauti con la loro conchiglia in forma spirale e ondulata circonda il Nautilus», in questo modo Verne coglieva l’occasione per istruire i lettori, citando La Vita degli Animali, vol. VI, del rinomato naturalista tedesco Alfred Edmund Brehm92 per descrivere il comportamento, l’aspetto e la classificazione biologica del piccolo polpo pelagico.

Le enciclopedie del mondo naturale, destinate per lo più ad un’istruzione domestica, erano estremamente popolari nel XIX secolo e offrivano articoli illustrati su creature come l’argonauta. Anche in questo caso appare evidente la somiglianza tra l’incisione di Hildibrand (Fig. 2.37) e quella presente nell’opera di Brehm (Fig. 2.38) 93.

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Incisioni, XIX sec., Vingt Mille Lieues sous les Mers illustrata da Neuville e Riou – Fig. 2.37 – 2.38 https://ventimilaleghe.wordpress.com/2013/06/04/illustrazioni-by-alphonse-de-neuville-e-edouard-riou/ 

Dunque, Verne si documentava riguardo i temi scientifici e tecnologici allora di maggior rilievo, attingendo le informazioni da una vasta gamma di materiali, dalle opere fondamentali di scoperte scientifiche alle riviste popolari, con il fine ultimo di istruire e affascinare i lettori, divulgando nei suoi romanzi nozioni di scienza impreziosite con la fantasia (C. GALLO, C. LOMBARDO, 2018).

Domiziana D’Aniello 

 

in anteprima Capitan Nemo osserva il mondo marino dalla versione originale di Vingt Mille Lieues sous les Mers illustrata daNeuville e Riou https://ventimilaleghe.wordpress.com/2013/06/04/illustrazioni-by-alphonse-de-neuville-e-edouard-riou/

 

Note

89 Per un approfondimento sull’Esposizione di Parigi del 1867 

90 Le Plongèur in italiano traducibile con sommergibile

91 Augustus Siebe, ingegnere britannico d’origine tedesca, vissuto tra il 1788 e il 1872, noto per i suoi contributi per attrezzature subacquee. 

92 Alfred Edmund Brehm, biologo e scrittore tedesco, vissuto tra il 1829 e il 1884

93 Per un maggiore dettaglio di immagine è possibile reperire la fig.2.39, ingrandibile, consultando la versione digitalizzata dell’opera di A. E. Brehm, La Vita degli Animali, vol. VI

 

Riferimento
estratto dalla tesi “Oceani, Mari e Abissi tra storia, letteratura e scienza: dall’immaginario antico alle attuali teorie scientifiche” di Domiziana D’Aniello

Illustrazioni di Neuville e Riou, incisioni di H. T. Hildibrand, dal libro Vingt Mille Lieues Sous les Mers, 1871, fonte Alphonse de Neuville e Édouard Riou | VENTIMILALEGHE (wordpress.com)

 

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